La convivenza di fatto è, oggi, uno dei tanti modi in cui una famiglia decide di organizzarsi.
Da circa dieci anni, la Legge Cirinnà ha riconosciuto rilevanza giuridica anche a questa formazione, indipendentemente dal fatto che si tratti di una coppia eterosessuale o meno.
Con la registrazione della convivenza di fatto, dunque, si compie una dichiarazione di convivenza presso l’anagrafe del Comune di residenza.
È necessario che a farlo siano due soggetti maggiorenni legati da vincolo affettivo, coabitanti, liberi di Stato e senza rapporti di parentela e affinità.
Dalla dichiarazione nasce un diritto e dovere si assustenza morale e materiale, oltre che la possibilità, con apposito atto, di delegare l’altro per quanto riguarda le decisioni in campo medico e sanitario.
Non vengono istituiti diritti successori, ma si prevede un diritto di abitazione e quello a succedere nel contratto di locazione.
Infine, non si può prevedere una comunione dei beni, prevista solo dal contratto di convivenza, un atto pubblico o scrittura privata autenticata con cui le parti regolamentano la propria unione
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