La giurisprudenza e la vita quotidiana ci hanno obbligato a pensare al collocamento presso la madre come una evoluzione automatica e naturale delle disposizioni sui figli minori.
La Cassazione, tuttavia, recentemente (ord. 30191/2019) ha scalfito questa regola non scritta, compiendo un importante passo verso la bigenitorialita'.
La Corte territoriale, nel caso in esame, aveva infatti collocato la minore presso il padre, ritenendolo piu' indicato al progetto educativo.
La madre, infatti, si era rivelata troppo permissiva e distante emotivamente, cosa che aveva destabilizzato la bambina.
La Corte di Cassazione ha confermato questa statuizione, rigettando il ricorso della madre che asseriva che il collocamento presso la mamma era ormai una prassi della giurisprudenza.
Gli Ermellini hanno argomentando sul punto che :" in tema di affidamento dei figli minori, il giudizio prognostico che il giudice è chiamato a fare nell'esclusivo interesse morale e materiale della prole deve tenere conto di tutti gli elementi che caratterizzano la situazione concreta, non potendo riconoscersi un'automatica priorità al collocamento presso la madre".
La collocazione presso la madre non soddisfa, dunque, a priori il miglior interesse del minore, ben potendo questo essere soddisfatto dal padre.
Aldila' del caso di specie, nel quale non ci e' concesso entrare nel merito, trovo che sia una pronuncia importante, che compie un passo fondamentale verso l'affermazione della bigenitorialita'.
Credo infatti che in una societa' che si batte e reclama, giustamente, la parita' di genere, questa debba avvenire a 360 gradi, non potendo essere considerata unilateralmente.
Anche in campo genitoriale questa deve essere affermata, non solo per la dignita' della figura del genitore, ma anche e soprattutto nell'interesse del minore.
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