L'assegno post datato è lo strumento usato da famigerate macchiette dei film, che vogliono apparire come abbienti uomini d'affari. Ma quali conseguenze comporta, nella vita reale? Un assegno bancario è un titolo di credito in cui un soggetto (detto traente: colui che lo firma) ordina alla banca (trattario, presso cui il traente ha un rapporto di conto bancario) di pagare al portatore legittimo del titolo la somma di denaro ivi indicata. Detto titolo è pagabile a vista: ciò significa che il soggetto creditore che lo presenti è autorizzato a riscuotere la somma. Spesso, tuttavia, gli assegni vengono post datati: viene indicata, cioè, una data successiva rispetto a quella della firma dell'assegno. Il titolo potrà essere riscosso solo a partire da detto giorno. Questa pratica è spesso utilizzata nel pagamento delle forniture: il debitore consegna al fornitore un assegno a titolo di garanzia del proprio adempimento, ma che potrà essere riscosso solo in una data successiva, quando il conto cui si riferisce avrà provviste. In passato, compilare un assegno post datato era un reato. Oggi, è comunque vietato ma rimane un mero illecito amministrativo, cui derivano sanzioni dal punto di vista tributario. Se il creditore, infatti, si presentasse immediatamente per la riscossione presso un istituto bancario di un assegno post datato, non potrebbe incassarlo prima di averlo regolarizzato. Ciò avverrebbe solo con il pagamento del 12 per mille dell'importo indicato.
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