Quando mamma e papà si lasciano, spesso a pagarne le spese maggiori sono i figli. Le coppie, infatti, che riescono a dirsi addio senza coinvolgere, volontariamente o meno, i propri figli sono veramente poche. Il 2 ottobre scorso l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza ha dunque pubblicato la Carta dei diritti dei figli di separati. Un comitato scientifico ha, infatti, ripercorso i punti critici che caratterizzano le separazioni e gli impatti che hanno su bambini e adolescenti. Da questo studio è nato un decalogo che ha lo scopo, piuttosto ambizioso, di ricordare a professionisti e, non di meno, ai genitori che quei due nomi destinatari di assegni di mantenimeno o giorni di visita sono, principlamente e prima di tutto, figli. La Carta si apre con un principio fondamentale: il diritto di ogni bambino ad amare ed essere amato da entrambi i genitori anche dopo che la loro unione finisce. Scegliere di mettere come primo punto un simile principio rappresenta un forte messaggio: troppo spesso i bambini vengono coinvolti in guerre personali dei genitori ed usati come moneta di scambio. Allo stesso tempo, viene riconosciuto il diritto al bambino di vivere la propria età e non essere coinvolto nelle questioni economiche dei genitori. Troppo spesso, il bambino sa che il papà o la mamma non versa quanto stabilito, che il papà o la mamma chiederà più soldi. Un bambino non ha bisogno di soldi, ma di affetto. Ma, al contempo, un bambino capisce ed assorbe ciò che lo circonda: ecco dunque il diritto ad avere spiegazioni sulla separazione dei genitori. Sembra assurdo che si sia reso necessario un simile elenco, che sembra riportare ovvietà. Eppure, l'ovvio in questi casi è ben altro.
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